mercoledì 26 gennaio 2011

Día Conmemorativo del Holocausto

27  de enero: Día Conmemorativo del Holocausto
Hay cosas que no se pueden olvidar en la historia


Voi che trovate tornando la sera

Il cibo caldo e visi amici:



Considerate se questo è un uomo


Che lavora nel fango


Che non conosce la pace


Che lotta per mezzo pane


Che muore per un sì e per un no






Considerate se questa è una donna

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo


Come una rana d’inverno:




Meditate che questo è stato:


Vi comando queste parole:


Scolpitele nel vostro cuore


Stando in casa andando per via,






Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli:

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri cari torcano il viso da voi.


Il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano una umanità dolente, composta di cittadini italiani di religione ebraica di ogni età e condizione sociale, veniva caricata tra urla, percosse e latrati di cani su vagoni bestiame.

All’alba di una livida domenica invernale più di 600 persone avevano attraversato la città svuotata partendo dal carcere di San Vittore su camion telati e avevano raggiunto i sotterranei della Stazione Centrale con accesso da via Ferrante Aporti.

Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti per la sola colpa di esser nati ebrei partivano per ignota destinazione. Fu un viaggio di 7 giorni passati tra sofferenza e ansia.



I bambini da 1 a 14 anni erano più di 40, tra di loro Sissel Vogelmann di 8 anni e Liliana Segre di 13. La signora Esmeralda Dina di 88 anni era la più anziana.

All’arrivo ad Auschwitz la successiva domenica 6 febbraio circa 500 fra loro vennero selezionati per la morte e furono gasati e bruciati dopo poche ore dall’arrivo.



Dal binario 21 era già partito un convoglio con quasi 250 deportati il 6 dicembre del 1943, ne sarebbero partiti altri fino a maggio del 1944.



Il binario 21 è ancora lì.



Nessun commento:

Posta un commento